Come viene prodotta la farina

In principio era la macina, poi il molino ad acqua

Il molino ad acqua fu inventato nel  bacino orientale del Mediterraneo e il  primo documento scritto che ne rileva l’esistenza risale al I sec. a. C. Il suo utilizzo nei processi di molitura viene dopo  quello della macina a tronco di cono, documentata dagli scavi di Pompei e di Ostia. Le ruote dei molini ad acqua potevano essere verticali od orizzontali. L’espansione del molino ad acqua avviene nel corso del Medioevo, mentre il molino a vento – già impiegato in Persia nel VII sec. d. C. – viene introdotto in Europa solo nel XII sec.

Macchine al posto delle braccia

In realtà l’attuale sistema di macinazione non è altro che la meccanizzazione dell’operazione eseguita nei tempi antichi a livello domestico. Infatti, le prime rappresentazioni giunte a noi mostrano come i chicchi di grano venivano schiacciati con l’andirivieni di un rullo su una pietra piatta all’interno di una specie di mortaio. Si trattava di un lavoro faticoso che veniva fatto con la forza  delle braccia dell’uomo, più spesso delle donne o degli animali. Solo successivamente questo lavoro è stato sostituito dalla forza motrice dell’acqua; non a caso i molini erano sempre situati, fino alla scoperta dell’energia elettrica, accanto ai corsi d’acqua.

Un processo solo fisico

  • La macinazione del frumento tenero consiste in una serie di operazioni di natura esclusivamente fisica senza alcun ricorso all’utilizzo di sostanze chimiche
  • La prima fase è la pulitura del frumento con l’allontanamento delle sostanze estranee ed impurità (paglia, chicchi di altri cereali, ecc.)
  • Segue poi il condizionamento, fase nella quale il grano viene bagnato con acqua potabile in modo da facilitare la rottura del chicco ed il distacco delle parti tegumentali esterne da quelle amidacee interne.
  • La vera e propria macinazione, detta macinazione a cilindri, viene effettuata facendo passare il frumento prima attraverso una serie di macine (laminatoi a cilindri dentati) che provocano la rottura del chicco (rotture). A questo punto si ha la selezione delle particelle di differenti dimensioni, una sorta di setacciatura, attraverso il passaggio in macchinari denominati plansichter. Le particelle separate e di differenti dimensioni vengono quindi processate in altre macine (laminatoi a cilindri lisci) dove le particelle grossolane proveniente dalle rotture vengono trasformate in sfarinati dalle diverse dimensioni e dalla diversa composizione (rimacina). Un ulteriore operazione di setacciatura in adeguati altri plansichter consentirà di avere non un solo sfarinato, ma la selezione di farine di vario tipo e composizione.

L’industria molitoria fulcro della filiera

La  macinazione è solo una parte di un ben più ampio e complesso processo che consente all’industria molitoria di mettere a disposizione sfarinati di grano tenero e semilavorati di sicura garanzia igienico – sanitaria e con caratteristiche tecnologiche differenti secondo le richieste del mercato.

Selezione, qualità e sicurezza

Solo dopo un‘accurata selezione dei grani nazionali ed esteri, seguita da severi controlli sulle caratteristiche di qualità e di sicurezza igienico – sanitaria, si passa alla  miscelazione dei frumenti e infine alla fase di macinazione vera e propria per ottenere farine di qualità tecnologica diversa ed idonea alle diverse destinazioni d’uso.

Ricerca al servizio del consumatore

La ricerca è finalizzata ad ottenere prodotti funzionali  sempre più rispondenti alle esigenze dell’industria di  trasformazione ma anche di un consumatore finale sempre più sensibile ed attento ad una alimentazione che contribuisca al mantenimento di un  buono stato di salute e alla prevenzione delle malattie più comuni dell’uomo moderno.